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Tassista morto nella lite in strada. Il gip: “Ecco perché l’aggressore va scarcerato”

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Le motivazioni con le quali il giudice Criscione ha disposto la scarcerazione di Righi, fermato per la morte di Famoso, derubricando l’ipotesi di reato da omicidio volontario a preterintenzionale/PIMG alt=”Tassista morto nella lite in strada. Il gip: “Ecco perché l’aggressore va scarcerato”” src=”http://www.tgtube.it/wp-content/uploads/2014/03/wpid-131407502-f8d9c7cd-a4db-43fc-9273-80048bc82292.jpg” itemprop=”image”Il luogo dell’aggressione  Davide Guglielmo Righi, il consulente informatico di 48 anni che ha aggredito domenica sera a Milano STRONGil tassista Alfredo Famoso/STRONG, morto martedì dopo due giorni di coma, STRONGpassa dal carcere ai domiciliari/STRONG. Il gip milanese Gianfranco Criscione ha derubricato il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, riconoscendo a Righi l’attenuante della provocazione. PSTRONGLa motivazione del gip./STRONG Per il giudice “è più che plausibile che Righi abbia agito nello stato d’ira determinato dall’ingiusta condotta del povero Famoso, il quale, non contento di aver quasi investito lo stesso Righi e altre persone sulle strisce pedonali, si fermava e scendeva dal proprio veicolo per lamentarsi minacciosamente col medesimo Righi del danno che quest’ultimo aveva cagionato allo stesso veicolo, della cui esistenza e consistenza, per inciso, non v’è precisa traccia agli atti”. La lite in via Morgagni, spiega il gip Criscione, “denota l’irascibile e violenta indole dell’indagato, al quale pertanto il pm ha giustamente contestato la recidiva” per un precedente di violenza privata, anche se definito occasionale. Tuttavia “si osserva che la sua estrema gravità e le sue complessive modalità confermano che l’indagato è soggetto che tende a risolvere con l’uso della forza anche i più semplici e futili conflitti interpersonali. Certamente sussiste, quindi, un concreto e forte pericolo di commissione di reati a base violenta, per il cui contenimento sembra necessaria, almeno allo stato, una misura di custodia”. E cioè i domiciliari./PPSTRONGLa lite sulle strisce./STRONG “Ero con la mia compagna Francesca, che è incinta al nono mese – comincia a dichiarare Righi, davanti al gip Criscione e ai pm Alberto Nobili e Maria Teresa Latella – Eravamo andati al Pam a fare la spesa. Io avevo due sacchetti in mano, uno a destra e uno a sinistra, con la mano destra tenevo altresì una confezione di bottiglie d’acqua di plastica da un litro e mezzo, c’erano solo due. Siamo arrivati a un attraversamento pedonale ed eravamo sulle strisce quando per pochissimo non sono stato investito da un’auto, che poi ho visto essere un taxi”. Righi racconta che il taxi è arrivato da destra verso sinistra. “La mia compagna era alla mia destra, ma leggermente arretrata. Nel momento in cui il taxi mi è passato davanti, ho avuto l’istinto di proteggere la mia compagna e ho quindi proteso il braccio destro. Nel fare ciò le bottiglie sono andate a urtare contro la vettura, sullo sportello, non saprei essere più preciso. Le bottiglie sono quindi cadute per terra e una è uscita dalla confezione”. /PPSTRONGLa difesa di Righi./STRONG “Nego – continua Righi – di aver scagliato le bottiglie contro la vettura per ripicca. Ho quindi raccolto le bottiglie da terra e abbiamo attraversato la strada per andare a casa. Pensavo che la macchina si fosse allontanata e invece ho sentito una brusca frenata, alla quale ci siamo girati tutti, anche Francesca. È sceso il tassista, che si lamentava urlando. L’unica parola che ho percepito chiaramente è stata ‘specchietto’. Si è avvicinato con fare tracotante. Si è portato le mani all’altezza del bordo dei pantaloni, come per tirarseli su, o forse come per tirare fuori qualcosa dalle tasche. Sta di fatto che mi sono spaventato”./PPSTRONGLa provocazione del tassista./STRONG “Poiché il tassista si avvicinava con fare minaccioso, ho proteso il braccio sinistro per tenerlo a distanza e gli ho urlato ‘che cazzo vuoi?’ o qualcosa del genere. Lui mi ha preso per la manica del giubbotto e ha iniziato a strattonarmi. Poi mi ha preso anche l’altro braccio e a quel punto c’è stata una velocissima colluttazione nella quale ho dato uno strattone con il braccio destro e, così facendo, l’ho colpito all’altezza del viso in. A quel punto lui ha mollato la presa e si è irrigidito in una strana posa: è come se si fosse messo sull’attenti. Dopodiché si è lasciato cadere all’indietro e con la schiena ha sbattuto contro la ruota del suv. Il tassista ha aperto le braccia per cercare appoggio, ma non trovandolo è caduto per terra sbattendo prima il sedere e poi la schiena. Non mi è sembrato proprio che sbattesse la testa. È come se fosse scivolato”./PPSTRONGLe contraddizioni./STRONG Il racconto dell’indagato, scrive il gip, “pur non essendo di per sé del tutto inverosimile, è allo stato irrimediabilmente contraddetta, in alcuni limitati ma cruciali punti, dalle dichiarazioni dei testimoni”. Almeno in tre punti. Innanzitutto, “l’urto fra il cestello di bottiglie e l’autovettura della persona offesa, lungi dall’essere accidentale, era il frutto di un intenzionale gesto dell’indagato, che puniva la vittima per la sua pericolosa condotta di guida”. In più il gesto di Righi contro Famoso “è intenzionale, dopo che l’autista, sceso dal taxi, si era minacciosamente rivolto al primo”. Il gesto di Righi, infine “non era compiuto con un’unica /Pbottiglia, bensì con il cestello di quattro bottiglie che l’indagato aveva in mano”. Per questo il gip sostiene che “non è ipotizzabile che Righi, colpendo Famoso, abbia agito in uno stato di legittima difesa”. E derubrica il reato a omicidio preterintenzionale.  ASIDE class=tagsArgomenti:Protagonisti:Davide Guglielmo RighiAlfredo FamosoGianfranco CriscioneAlberto NobiliMaria Teresa Latella© Riproduzione riservata 27 febbraio 2014
pa href=”http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/02/27/news/tassista_morto_nella_lite_in_strada_il_gip_ecco_perch_l_aggressore_va_scarcerato-79769433/?rss” target=”_blank” rel=”nofollow”View the original article here/a/p


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